LA BISBETICA DOMATA
Di William Shakespeare
Regia Domenico Ammendola
Con Andrea Avanzi, Matteo Baschieri, Fabrizio Croci, Carlotta Ghizzoni, Ettore Marrani, Francesca Rossi, Gabriele Tondelli, Victoria Vasquez
Assistente alla regia Martina Chiello
Musiche originali M° Luigi Pagliarini
Light designer Giancarlo Vannetti
Realizzazione scenografica Donatello Galloni
Costumi Valentina Donatti, Francesca Tagliavini
Maschere artigianali Safir di Graziano Viale
Produzione NoveTeatro (RE)
Tra corteggiamenti in maschera e battibecchi, Shakespeare mette in scena una commedia ancora attuale, con ritmo travolgente e dialoghi affilati.
Un classico che danza su ironia, amore e conflitto, facendoci ridere e riflettere sulle nostre contraddizioni. La questione femminile è un tema centrale e controverso poiché l’opera affronta in modo ironico e ambiguo il ruolo della donna.
Se da un lato la commedia rispecchia gli stereotipi del suo tempo, dall’altro lascia spazio a interpretazioni più moderne e critiche, ponendo interrogativi ancora oggi attuali su identità, potere e libertà.
NOTE DI REGIA
La bisbetica domata fa emergere l’uomo, il maschio, nella sua pochezza e ci regala la storia di una donna che non poteva fare altrimenti.
Shakespeare era figlio dei suoi tempi pertanto non possiamo pensare a una donna come la pensiamo oggi.
Caterina, la protagonista, è a tutti gli effetti una donna dei suoi tempi. La sua
massima aspirazione è sposarsi, trovare un marito ed essere la padrona della casa.
Ai tempi di Shakespeare la “bisbetica” risultava comica perché ribelle e fuori dai canoni ma oggi quelle dinamiche e quelle battute, non le sentiamo più così. Durante lo spettacolo Caterina subisce una profonda manipolazione da parte di Petruccio che oggi si definirebbe un narcisista e manipolatore.
Naturalmente ai tempi di Shakespeare ciò non veniva preso in considerazione.
La sfida di questo spettacolo è trattare il ruolo della donna nella nostra società, non con superficialità ma con leggerezza, ridendo insieme di questi uomini che risultano, chi più chi meno, ridicoli e improbabili.
Per tenere fede alle intenzioni dell’autore e rendere quest’opera una commedia ai
giorni nostri, ho scelto di utilizzare il linguaggio della Commedia dell’Arte. I
personaggi sono tutti mascherati.
Utilizzando le possibilità che il testo offre e sviluppando i lazzi propri alle maschere, cercheremo di dare leggerezza a un tema che non può essere trattato con superficialità.