DON PASQUINO

Con
Ettore Marrani, Carolina Migli Bateson, Paolo Zaccaria
con gli allievi scuola secondaria che prendono parte al progetto

Musiche dal vivo by MAD BOX

Ricerche storiche a cura di Fancesca Picci

Regia Gabriele Tesauri

DON PASQUINO
Laboratorio – spettacolo di Teatro e Memoria

Progetto in collaborazione con ISTORECO – Reggio Emilia
e con il centro culturale “Lucio Lombardo Radice” di Correggio

Il progetto Don Pasquino si propone di realizzare un percorso storico – teatrale per diffondere alle nuove generazioni la figura di Don Pasquino Borghi.

Il progetto verrà realizzato in due fasi:
un laboratorio teatrale rivolto agli allievi delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado;
uno spettacolo serale per il pubblico e delle repliche mattutine per le scuole.

6 ore di laboratorio teatrale dedicate alle classi partecipanti in cui un operatore di NoveTeatro preparerà gli allievi alla lettura espressiva dei brani che verranno interpretati nella serata di spettacolo. Durante il laboratorio verranno impartite anche alcune basi tecniche di impostazione della voce, dizione ed improvvisazione teatrale.
L’esito finale DON PASQUINO è una drammaturgia originale realizzata con il contributo dei partecipanti ai laboratori. In scena vi saranno alcuni attori della Compagnia di NoveTeatro e la classe che ha partecipato al laboratorio.

Note di regia

Questo spettacolo nasce dalla volontà di portare alle nuove generazioni la figura di Don Pasquino Borghi, un sacerdote che ha saputo interpretare il sentimento della carità durante uno dei periodi più dolorosi della storia italiana.

Il racconto è una narrazione che vuole dialogare tra sensibilità diverse, utilizzando le fonti storiche come slancio drammaturgico per costruire affinità e rimandi tra la lotta di Resistenza e la nostra generazione. Non vuole quindi essere un’operazione puramente celebrativa, ma abbiamo cercato di restituire la forza della scelta di don Pasquino di ricercare la via della pace tra gli uomini facendosi carico della difesa dei deboli e degli oppressi.

Per costruire questo ponte tra epoche diverse abbiamo utilizzato il linguaggio del teatro e della musica, due arti care a Don Pasquino e da lui stesso praticate. Ecco allora che durante la narrazione lo rivedremo nel suo ruolo di regista della filodrammatica di Canolo, dove metteva in scena testi in cui il sacrificio e l’amicizia tra gli uomini erano tematiche importanti. Ecco perché la scelta di inserire nello spettacolo le musiche dal vivo interpretate dalla band Mad Box, un giovane gruppo rock della scena correggese a cui abbiamo chiesto di reinterpretare canzoni dell’epoca.

Nello spettacolo ritroveremo i passaggi principali della vita di Don Pasquino: dal suo periodo in Sudan come missionario comboniano, alla clausura della Farneta, alla tragica conclusione della condanna a morte decisa dai fascisti nel gennaio del 1944. Questo racconto viene affidato agli attori di NoveTeatro e ai ragazzi delle scuole che incontreremo nelle città dove lo spettacolo sarà rappresentato: questo dialogo tra la narrazione e la didattica storica riteniamo possa essere un valido aiuto al passaggio della Memoria alle future generazioni.

(GabrieleTesauri)

DON PASQUINO BORGHI
Di umili origini – nacque in una famiglia di mezzadri – entrò nel seminario di Marola a 12 anni e proseguì gli studi nel liceo del seminario di Albinea. Tra il 1923 e il 1924 prestò servizio militare, e alla fine della leva senti la vocazione di diventare missionario, scegliendo di entrare nell’istituto Benedetto XV di Venegono Superiore in provincia di Varese, della congregazione religiosa comboniana. Nel 1929 pronunciò i voti perpetui e venne ordinato sacerdote, nel 1930 partì per la missione comboniana nel Sudan anglo-egiziano. Rientrato per motivi di salute, nel 1938 entrò nella Certosa di Farneta (Lucca), dove prese i voti di certosino. Nel 1939 tornò alla vita sacerdotale per aiutare la madre, vedova e in povertà. Curato nella parrocchia di Canolo di Correggio (RE), fu nominato parroco di Coriano Tapignola nell’agosto del 1943.
Dopo l’8 settembre iniziò ad accogliere i militari sbandati e sostenne la prima banda partigiana italiana, quella dei fratelli Cervi. Partigiano lui stesso con il nome di “Albertario”, collaborò attivamente con don Domenico Orlandini (nome di battaglia “don Carlo”) il quale diede vita ad alcune formazioni delle Fiamme Verdi, nella zona di Reggio. Fu arrestato dai militari della GNR il 21 gennaio 1944, per aver dato ospitalità a dei partigiani che avevano poi sparato contro carabinieri e militi fascisti. Incarcerato a Scandiano prima e a Reggio Emilia poi. La morte del milite Gino Orlandi il 18 gennaio in una sparatoria avvenuta a Ligonchio e del caposquadra della GNR Angelo Ferretti in un attentato gappista mentre transitava in bicicletta quando già don Pasquino si trovava incarcerato provocò la decisione del capo della provincia, Enzo Savorgnan di convocare il Tribunale speciale. Del tribunale facevano parte Francesco Panitteri e Armando Dottone che condannarono alla fucilazione il 30 gennaio, don Borghi insieme ad altri otto partigiani, dei quali uno era l’anarchico Enrico Zambonini e tre erano disertori della GNR. Il 30 gennaio il giornale della federazione Il solco fascista commentò “A seguito delle proditorie uccisioni di Militari della GNR e dell’esercito repubblicano verificatesi in questi ultimi giorni, si è riunito, nella giornata del 29 corrente, il Tribunale speciale di Reggio nell’Emilia che ha giudicato e condannato alla pena capitale nove persone risultate colpevoli dei delitti di favoreggiamento di bande armate ribelli e di prigionieri nemici, di sovversismo e incitamento alla rivolta e alla guerra civile. La sentenza è stata eseguita stamane all’alba.”.